Cappella
Sala degli archi e dell'uva
Sala degli Attrezzi
Sala dei Cavalli
Sala del Grano
Sala della Musica e della Cella di Bacco
Sala delle Olive
SALA DEl grano: Due archi fra i muri in pietra
È stata granaio e fienile. Oggi è una delle nostre sale per i ricevimenti più suggestive e versatili. Ha la muratura rosata con le pietre a vista, sormontata dalle travi e dalla copertura in legno.
Insieme alle due salette adiacenti forma un unico ambiente a pianta rettangolare, attraversato da due magnifici archi. Collegata alla grande sala dei Cavalli può ospitare fino a 450 persone disposte in comodi tavoli rotondi.
Come tutte le nostre sale è dotata di impianti di diffusione sonora e vocale.
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I nostri ospiti dicono di noi…
Il linguaggio del cibo
Tutti noi usiamo le parole secondo delle regole invisibili ma condivise nella formazione di una frase, dentro dei periodi, dentro dei capitoli, dentro dei libri; leggiamo con il linguaggio della voce, delle pause, dei toni e addirittura dei gesti.
Linguaggi che rispondono a delle regole per le quali la stessa parola assume molti significati secondo il contesto, secondo il tono, secondo la pausa; proprio come nella scrittura gli spazi bianchi permettono di leggere i neri.
Questo fanno i libri e noi raccontiamo le loro storie con un linguaggio che non è parola, ma che si usa come se lo fosse. Il linguaggio verbale usa un dizionario, che offre parole e significato. Il linguaggio del cibo utilizza ingredienti che la cucina trasforma in vivande, pietanze con un significato in grado di comunicare identità, appartenenza, incontri e legami.
Lo stesso cibo non ha ovunque lo stesso significato, così il codice di un banchetto di nozze non è quello di un pranzo al sacco.
E “Libri à Buffet” non è una semplice cena al ristorante ma un’esperienza sorprendente, nell’atmosfera senza tempo tipica del Convento, che offre l’occasione di portare a tavola autori, attori e musicisti sotto la grande regia di un cibo che mette insieme i linguaggi di più arti per assaporare la nostra convivialità.
Perché il cibo aggiunge ad ogni incontro intenzione, cura, significato.
Un linguaggio che, raccontando una storia, racconta molte altre storie per incontrarci tra le pagine dei libri, compagni di un viaggio sensoriale fatto di passione, gusto ed emozione.
Vi aspettiamo per il prossimo viaggio!
LIBRI À BUFFET
Storie a tavola
Abbiamo cucinato i libri che gli autori vi presentano, abbiamo cucinato certe atmosfere, certi profumi, certi odori della Marina di Cagliari con vaghe evocazioni verso Su Siccu, e riportate poi verso le nuove case del quartiere Cep.
I profumi di allora erano quanto rimaneva dal venduto, il cosiddetto Pisci ‘e cadinu, la minutaglia, non certo la prima scelta, ma buono da morire. Quello che is Piciocus de crobi potevano mangiare la domenica con il pane raffermo a raccogliere la salsa sul fondo del piatto.
Nei negozietti per le strade si trovava sempre la bagnarola, con il baccalà a dissalare, che puntualmente si cucinava con patate e pomodori.
I dolci erano giusto per le grandi feste: qualche meringa preparata solo con gli albumi perché il tuorlo era destinato ai bambini più piccoli per aiutarli nella crescita.
Il menù elaborato per voi in occasione di Libri à Buffet è quello che per i Piciocus de crobi, di cui ci parla Abate, sarebbe stato la cena delle feste, alla quale simbolicamente li invitiamo, a goderne al nostro fianco.
Abbiamo pensato anche ai più piccoli e alle nuove generazioni di cui ci parla Scano, abituate a ritrovarsi con gli amici in qualche fast food, proponendo un’alternativa più sana e ancor più gustosa.
Per chi lo desidera, ogni piatto è proposto in alternativa vegana.
VINO E CONVIVIALITA’
La ricetta della convivialità
Posso bere da sola un bicchiere di acqua fresca, voracemente a nutrire la sete, ma non un calice di vino.
Per il vino ho bisogno di convivialità, di lentezza, di amici, di amore, di significati. Nella mia forte mediterraneità un buon vino è importante quasi quanto l’acqua, ma si completa di significati, secondo il colore, il profumo e la densità.
Il viaggio del vino parte da un frutto solido e multiforme che continua il suo cammino cedendo generosamente il suo essere sino a diventare liquido; ma quanta strada dalla vigna, vicino vicino alla terra che, scaldandosi, abbraccia la vite permettendole di allungarsi sino alle spalliere più alte.
Tutto si racchiude nel bicchiere e, tenerlo in mano, ci porta a ritroso a trovare l’origine di ogni sfumatura, la somiglianza con le annate precedenti e a intuirne la discendenza. Proprio come le persone, nel lungo cammino della conoscenza, e, certe volte, come per certi vini, più ci si si incontra e più si ha voglia di incontrarsi.
La coniugazione della convivialità ha bisogno di pochi ingredienti, il cui incontro da luogo a ricette di atmosfere magiche, possibili solo con la vibrazione dei sensi.
Avremmo fatto a meno di questa solitudine per capire l’importanza della socialità, quella vera, quella reale, quella deputata ai luoghi di aggregazione e socializzazione perché un bicchiere di vino aiuta le persone a incontrarsi, magari intorno a un buon cibo, semplicemente, per essere insieme, più socievoli, disinibite ed empatiche.
E dove se non in Italia e magari in quell’isola chiamata Sardegna dove l’aria pulita dal vento e il sale di certi venti porta un po’ di libertà e di felicità come nuova aspettativa di vita rendendoci più generosi e paghi della fortuna di vivere. Dove, se non nella terra dei centenari con la ricetta di avere relazioni forti e stabili che aiuta a essere più longevi, oltre che felici.
Già nei loro volti è scritta la filosofia dove non è necessario comprendere la felicità, ma averla dentro come una compagna di viaggio che alcune volte si nasconde, anche a lungo, ma poi torna anche solo per un raggio di sole (e un bicchiere di vino).
Noi siamo andati a cercarla, la gente del vino. Viaggiamo intorno alla tavola per assaporare l’Italia del vino e del cibo regionale con la FIS; siamo arrivati all’ottava tappa di un viaggio intrapreso in piena pandemia, partiti dalla Campania siamo fermi in Emilia, e siamo pronti per proseguire verso nord, per poi tornare al sud, senza mancare piccole puntate sulle isole.
Molti viaggi con ONAV, partiti dalla festa della vendemmia con il rituale del lavaggio dei piedi per poi trovarci dentro il tino con qualcuno che proprio il rito non l’aveva seguito.
Nei canti delle donne con le ceste sulla testa e nei balli della spremitura, c’è tutto il sentimento di un mondo che corre sulle strade del vino, sino a visitare cantina per cantina le meravigliose DONNE DEL VINO.
Noi del Convento San Giuseppe collaboriamo con la più antica Enoteca Cagliaritana e con le Cantine del territorio per ottime degustazioni, tessendo una rete di aziende agricole, cantine, b&b e hotel, pescatori, pastori e mercati, per scoprire, raccontare e vivere l’enogastronomia e la cultura del nostro territorio. Vi aspettiamo.
Unforgettable wedding!!!!
If you want a dream wedding, the San Giuseppe Convent in Cagliari is what you are looking for! The highly competent staff, the excellent food and the tasteful location are the essential ingredients for an unforgettable reception! The venue (an ancient stone-built Sardinian dwelling) is very spacious, inside its walls you can find various rooms and gardens (both indoor and outdoor) making it perfect for both winter and summer receptions. An on-site kitchen means an ample choice of menus, all equally delicious! The atmosphere is assured not only by the natural beauty of the place itself, but also by the excellent sound system; dimmed down during dinner, decisive during the guaranteed dancing after the cake cutting!
Personally I found the San Giuseppe convent absolutely unbeatable and would recommend it any day!
Maria Giulia Pirastu – Tripadvisor
Recensione – Viceversa : Ci sono luoghi…
Eleonara’s First Communion
We celebrated my daughter Eleonara’s first communion. Maia, invaluable in all our choices, expertly advised us. The atmosphere, the food and the setting…..everything was stunning and delicious, the Convent…..quality guaranteed! Thank you.
Lorele
Recensione – Dopo averlo conosciuto…
Dopo averlo conosciuto quasi per caso, finalmente ieri, io e il mio ragazzo siamo stati a cena al Convento di San Giuseppe. Il locale ha un grande parcheggio interno per i clienti e ha diverse sale (ognuna con il nome della zona del convento che rappresenta). In questo caso, dopo essere stati gentilmente accolti dal personale, siamo stati accompagnati nella “sala della musica”. Questa sala presenta luci soffuse, arredi molto belli (tra cui un pianoforte a coda) e della musica in sottofondo che accompagna il viaggio culinario dell’ ospite. Infatti con la degustazione “vice versa” l’ ospite ha la possibilità di scegliere tra quattro differenti pietanze per ogni portata (antipasti, quattro primi, quattro secondi e quattro dolci), tutti piatti della tradizione sarda, rivisitati in chiave moderna ma mantenendo una salda base della cucina tradizionale.
Ci siamo veramente sentiti a nostro agio, anche grazie al personale preparato e cortese, ai piatti che arrivavano esattamente al momento giusto e alla cordialissima titolare con la quale abbiamo avuto il piacere di fare conoscenza a fine serata. Consiglio vivamente questo ristorante. Sicuramente vale pienamente il prezzo pagato, che seppur più alto della media garantisce una qualità superiore. Ci torneremo sicuramente.
yaya ily – Google
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