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ESEMPIO
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ALTRO ESEMPIO
Le nostre sale, i nostri giardini, le nostre corti.
Siamo pronti ad offrirvi la location che più preferite per vivere al meglio i vostri momenti più felici: dalle nostre sale, ai nostri profumati giardini, alle corti dal lastricato in pietra che rievoca la nostra storia.

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I nostri ospiti dicono di noi…
LIBRI À BUFFET

Storie a tavola
Abbiamo cucinato i libri che gli autori vi presentano, abbiamo cucinato certe atmosfere, certi profumi, certi odori della Marina di Cagliari con vaghe evocazioni verso Su Siccu, e riportate poi verso le nuove case del quartiere Cep.
I profumi di allora erano quanto rimaneva dal venduto, il cosiddetto Pisci ‘e cadinu, la minutaglia, non certo la prima scelta, ma buono da morire. Quello che is Piciocus de crobi potevano mangiare la domenica con il pane raffermo a raccogliere la salsa sul fondo del piatto.
Nei negozietti per le strade si trovava sempre la bagnarola, con il baccalà a dissalare, che puntualmente si cucinava con patate e pomodori.
I dolci erano giusto per le grandi feste: qualche meringa preparata solo con gli albumi perché il tuorlo era destinato ai bambini più piccoli per aiutarli nella crescita.
Il menù elaborato per voi in occasione di Libri à Buffet è quello che per i Piciocus de crobi, di cui ci parla Abate, sarebbe stato la cena delle feste, alla quale simbolicamente li invitiamo, a goderne al nostro fianco.
Abbiamo pensato anche ai più piccoli e alle nuove generazioni di cui ci parla Scano, abituate a ritrovarsi con gli amici in qualche fast food, proponendo un’alternativa più sana e ancor più gustosa.
Per chi lo desidera, ogni piatto è proposto in alternativa vegana.
Il linguaggio del cibo

Tutti noi usiamo le parole secondo delle regole invisibili ma condivise nella formazione di una frase, dentro dei periodi, dentro dei capitoli, dentro dei libri; leggiamo con il linguaggio della voce, delle pause, dei toni e addirittura dei gesti.
Linguaggi che rispondono a delle regole per le quali la stessa parola assume molti significati secondo il contesto, secondo il tono, secondo la pausa; proprio come nella scrittura gli spazi bianchi permettono di leggere i neri.
Questo fanno i libri e noi raccontiamo le loro storie con un linguaggio che non è parola, ma che si usa come se lo fosse. Il linguaggio verbale usa un dizionario, che offre parole e significato. Il linguaggio del cibo utilizza ingredienti che la cucina trasforma in vivande, pietanze con un significato in grado di comunicare identità, appartenenza, incontri e legami.
Lo stesso cibo non ha ovunque lo stesso significato, così il codice di un banchetto di nozze non è quello di un pranzo al sacco.
E “Libri à Buffet” non è una semplice cena al ristorante ma un’esperienza sorprendente, nell’atmosfera senza tempo tipica del Convento, che offre l’occasione di portare a tavola autori, attori e musicisti sotto la grande regia di un cibo che mette insieme i linguaggi di più arti per assaporare la nostra convivialità.
Perché il cibo aggiunge ad ogni incontro intenzione, cura, significato.
Un linguaggio che, raccontando una storia, racconta molte altre storie per incontrarci tra le pagine dei libri, compagni di un viaggio sensoriale fatto di passione, gusto ed emozione.
Vi aspettiamo per il prossimo viaggio!
Eleonara’s First Communion
We celebrated my daughter Eleonara’s first communion. Maia, invaluable in all our choices, expertly advised us. The atmosphere, the food and the setting…..everything was stunning and delicious, the Convent…..quality guaranteed! Thank you.
Lorele
Una ricetta di cucina: le mie mani sapranno come fare
Una ricetta di cucina è fatta di tanti ingredienti invisibili, di viaggi emozionali e non, nasce da gusti personali, sperimentazione, ispirazioni di altre cucine e modi di dire che si tramandano nelle famiglie, da un fatto di vita vissuta, da un racconto, da una frase, da una esperienza, alcune ricette hanno un processo di incubazione molto lungo, altre sono il ricordo di un sapore d’infanzia, altre ancora la proiezione nel futuro di quello che abbiamo vissuto.
“Mamma ti ricordi quella ricetta delle pernici?”
Una signora anziana, con lo sguardo perso alla ricerca di un ricordo, nello sforzo che la malattia non permette, solleva le mani e mi dice:
“Non la ricordo, ma tu portami gli ingredienti le mie mani sapranno come fare”
E in quella cucina vuota degli antichi amori, delle voci dei bimbi e dell’abbraccio forte del suo cacciatore, sento di nuovo l’allegro sfrigolio della rosolatura, magistrale, una cura che rispetta tutte le parti della preparazione, un profumo che emoziona, che viene da lontano, l’esperienza di una persona diventa il patrimonio di una famiglia e nel mio caso di una cucina dedicata a una platea decisamente allargata.
E nel lavoro dello chef e di tutta la nostra brigata, ci sono tanti sapori che vengono da lontano, dalle esperienze familiari miste alla scienza della cucina professionale dove l’elemento essenziale di una ricetta è quello della replicabilità, si tratta di codificare dosi e procedimenti in maniera tale che l’intuizione di una persona diventi poi patrimonio di tutti.
Ogni persona è un ingrediente diverso, che risponde chimicamente a diversi condimenti, a diversi accostamenti, a diversi metodi di cottura a diversi ricordi.
Ogni ingrediente è prezioso e spesso si parte da un solo elemento per costruire una nuova ricetta, noi vi racconteremo ogni volta una storia diversa per godere insieme il viaggio che ingredienti e ricette fanno per arrivare a tavola.
Dopo averlo conosciuto…
Dopo averlo conosciuto quasi per caso, finalmente ieri, io e il mio ragazzo siamo stati a cena al Convento di San Giuseppe. Il locale ha un grande parcheggio interno per i clienti e ha diverse sale (ognuna con il nome della zona del convento che rappresenta). In questo caso, dopo essere stati gentilmente accolti dal personale, siamo stati accompagnati nella “sala della musica”. Questa sala presenta luci soffuse, arredi molto belli (tra cui un pianoforte a coda) e della musica in sottofondo che accompagna il viaggio culinario dell’ ospite. Infatti con la degustazione “vice versa” l’ ospite ha la possibilità di scegliere tra quattro differenti pietanze per ogni portata (antipasti, quattro primi, quattro secondi e quattro dolci), tutti piatti della tradizione sarda, rivisitati in chiave moderna ma mantenendo una salda base della cucina tradizionale.
Ci siamo veramente sentiti a nostro agio, anche grazie al personale preparato e cortese, ai piatti che arrivavano esattamente al momento giusto e alla cordialissima titolare con la quale abbiamo avuto il piacere di fare conoscenza a fine serata. Consiglio vivamente questo ristorante. Sicuramente vale pienamente il prezzo pagato, che seppur più alto della media garantisce una qualità superiore. Ci torneremo sicuramente.
yaya ily – Google
Recensione – Dopo averlo conosciuto…
Dopo averlo conosciuto quasi per caso, finalmente ieri, io e il mio ragazzo siamo stati a cena al Convento di San Giuseppe. Il locale ha un grande parcheggio interno per i clienti e ha diverse sale (ognuna con il nome della zona del convento che rappresenta). In questo caso, dopo essere stati gentilmente accolti dal personale, siamo stati accompagnati nella “sala della musica”. Questa sala presenta luci soffuse, arredi molto belli (tra cui un pianoforte a coda) e della musica in sottofondo che accompagna il viaggio culinario dell’ ospite. Infatti con la degustazione “vice versa” l’ ospite ha la possibilità di scegliere tra quattro differenti pietanze per ogni portata (antipasti, quattro primi, quattro secondi e quattro dolci), tutti piatti della tradizione sarda, rivisitati in chiave moderna ma mantenendo una salda base della cucina tradizionale.
Ci siamo veramente sentiti a nostro agio, anche grazie al personale preparato e cortese, ai piatti che arrivavano esattamente al momento giusto e alla cordialissima titolare con la quale abbiamo avuto il piacere di fare conoscenza a fine serata. Consiglio vivamente questo ristorante. Sicuramente vale pienamente il prezzo pagato, che seppur più alto della media garantisce una qualità superiore. Ci torneremo sicuramente.
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